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Nell'Atelier di questa Abbazia, nel primo dopoguerra, si recarono gli artisti dello "STUDIO DEL CAMPO" per conoscere le tecniche  antiche di questi monaci, utilizzate per l'esecuzione dei loro futuri capolavori.

L’abbazia di San Martino a Ligugé è una comunità di 25 monaci fra i 30 e i 91 anni, che vivono secondo la regola benedettina Ora et labora (prega e lavora). Nell’immediato dopoguerra, la comunità incontrò difficoltà a mantenersi economicamente. Fu una proposta di P. Jean Coquet a portare alla fondazione dell’atelier di smaltatura (1945), negli antichi locali dell’abbazia un tempo dedicati alla stamperia. Lo stesso Coquet costruì il forno che rimase attivo fino al 1990. L’atelier si dedica fin da subito sia alla realizzazione di pezzi destinati alla vendita diretta, sia alla realizzazione di copie di autori contemporanei come Rouault, Braque, Marchand, Manessier e Goerg, che accettano di buon grado la trasposizione delle proprie opere in questa tecnica artistica. Gli stessi monaci operano come smaltatori all’interno dell’atelier. Fra di essi spicca in particolare il nome di Fra’ Pascal, le cui opere sono riconosciute dovunque per la loro qualità. Dopo un temporaneo declino negli anni Settanta e Ottanta, l’atelier rinasce a nuova vita negli anni Novanta, ispirandosi a nuovi nomi della pittura come J. Chaintrier, A.-M. Bavoux e D. Dumoulin. L’atelier partecipa anche alle esposizioni internazionali di Parigi, New York e Tokyo, facendosi conoscere al grande pubblico. Grazie alla collaborazione col Festival del Fumetto di Ligugé, l’abbazia collabora con artisti della Nona Arte nella realizzazione di opere smaltate destinate ai collezionisti di oggetti a tema fumettistico: i disegnatori, inizialmente stupiti dall’interessamento dei monaci per il loro lavoro, accettarono con curiosità di vedere i propri personaggi rivivere con questo materiale. 

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Smalti in Serie

La produzione regolare dell'atelier si divide in più serie. La prima è la riproduzione di vetrate di chiese e cattedrali. È così che i grandi vetrai di Chartres, Bourges, Beauvais o Reims forniscono ai monaci dei modelli straordinari. Senza dimenticare, ovviamente, la cattedrale di Poitiers, di cui è stata utilizzata la vetrata del coro per realizzare una crocefissione che è uno dei modelli più importanti. Le opere vengono realizzate in smalto traslucido su rame. Le righe nere rappresentano i contorni del disegno o le necessarie giunzioni di piombo per costruire vetrate.

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Grisaglia d'Oro

La seconda serie ha uno stile completamente diverso: la tecnica della grisaglia d’oro consiste nel dipingere con polvere d’oro su fondo di smalto generalmente scuro, per creare un gioco di contrasti. Questa tecnica permette delle realizzazioni al tempo stesso nobili e austere e si presta in modo particolare per la copia di statue, poiché la grana dell’oro restituisce bene il plastico dei visi, molto simile alla tecnica del Grisaille (Cammeo) con lo smalto bianco.

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