2. Le origini della smaltatura

Si ritiene che la culla della smaltatura sia da identificarsi col Mediterraneo, tra Micene e Cipro, circa 3500 anni fa. Ovviamente, la tecnica non è apparsa dal nulla, ma è il frutto di diverse conoscenze acquisite nel corso dei millenni. Fra i principali precursori dello smalto, possiamo individuare diverse tecniche e tecnologie, in particolare:

1- Le paste vitree e le ceramiche decorate a fuoco, in uso in Egitto fin dal V millennio a.C. Il vetro e gli smalti per ceramica sono i materiali decorativi chimicamente più simili allo smalto vero e proprio. In realtà, il vetro veniva originariamente applicato sotto forma di gemme incastonate.

2- Lo “smaltino” o “blu di smalto”, in uso presso gli Egizi già dal 2000 a.C., un pigmento a base di cobalto che viene unito alla potassa per essere applicato come colorante.

3- La niellatura, che consiste nell’applicazione di una polvere nera fusibile su incisioni nel metallo. Le tecnologie e il metodo applicativo sono molto simili allo smalto. Inventata in Egitto, la tecnica era già diffusa in tutta l’area mediterranea agli inizi dell’Età del Ferro.

A sinistra: Pasta vitrea, Egitto, V millennio a.C.
A destra: Anello di Tello, III millennio a.C., con pietre incastonate. 

Poi, intorno al 1500 a.C., nell’area minoica, l’orafo e il vetraio scoprono un vetro simile alle pietre dure che, fondendo sull’oro, aderisce stabilmente alla superficie del metallo, tramite vetrificazione ad alta temperatura (fonte: A. H. Dietzel, Emaillierung, Springer-Verlag, 1981). I primi smalti, esclusivamente blu, risalgono a Micene intorno al 1425 a.C.: da qui in poi è solo attraverso l’evidenza dei reperti archeologici che è possibile seguire a grandi linee lo sviluppo storico della smaltatura. Si vedrà che l’impiego di questa tecnica ha avuto per molti secoli un uso limitato agli ornamenti personali e agli oggetti di culto religioso, il che rende ancora più difficile rintracciare la storia di questa tecnica.

A sinistra: pugnali di bronzo decorati con metallo nobile. A destra: pugnale in parte smaltato cloisonné, Micene. Circa 1500 a.C. Museo di Atene.

I più antichi ritrovamenti di vero smalto successivi risalgono all’epoca d’oro di Cipro, quando sull’isola trovarono rifugio i Micenei in fuga durante l’invasione degli Achei. La qualità degli oggetti di questo periodo dimostra una conoscenza profonda della tecnica, nonostante la scarsità dei reperti. I primi esempi noti sono i sei anelli d’oro del XIII secolo a.C. ritrovati in una tomba a Kouklia. Un altro oggetto notevole è lo scettro reale in oro di Kourion, antica capitale cipriota, datato all’XI secolo a.C., il cui pomolo sferico, montato su un’impugnatura di 16 cm, è decorato con smalti bianchi, lilla e verdi disposti in cellette con la tecnica che, molti secoli dopo, sarà chiamata col termine francese “cloisonné”. Lo scettro e gli anelli sono oggi conservati nel Museo di Cipro, a Nicosia.

Uno dei sei anelli di Kouklia, isola di Cipro, XIII secolo a.C.

Pomolo dello scettro d'oro di Kourion, isola di Cipro, XI secolo a.C.

È invece oggetto di discussione se la smaltatura sia stata conosciuta e praticata in Egitto verso la fine della XVIII dinastia (1543-1292). A tal proposito, così ha scritto il famoso egittologo T.G.H. James riguardo alla collana della dea Nekhbet dal pettorale di Tutankhamon (1332-1323 BC): “In molti gioielli dalla tomba di Tutankhamon è stata osservata una tecnica cloisonné con inserti vitrei. La vera smaltatura cloisonné consiste nel riempire gli alveoli con polvere vitrea, la quale è fusa nel punto di applicazione, ottenendo degli inserti che riempiono completamente e si saldano agli alveoli in oro. Non è ancora stato confermato in modo rigorosamente scientifico se tale tecnica sia stata effettivamente usata in questo caso.” 

Non è quindi sicuro se si possa parlare di vero smalto per i ritrovamenti in Egitto, almeno prima dell'era ellenistica. Tuttavia va ricordato che ai tempi di Tutankhamon l'Egitto intratteneva commerci con Cipro da almeno una cinquantina d'anni, sotto forma di importazioni dai cosiddetti Popoli del Mare, e questo può giustificare la presenza della smaltatura durante il Nuovo Regno, ancora una volta d’origine cipriota.